Tutto si Trasforma
Tutto si Trasforma è un progetto didattico innovativo nato come tesi di laurea presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, ideato da Silvia Bologna e Martina Serra. Questo gioco di carte è stato pensato per esplorare il movimento in modo creativo, stimolare l’immaginazione e arricchire il vocabolario corporeo, rendendo la danza un’esperienza accessibile a tutti.
Questo gioco di carte è un invito a creare insieme una coreografia, a danzare con l’immaginazione e il corpo. Unisce il piacere dell’imprevedibilità al potere espressivo del movimento, trasformando parole in movimenti, concetti in gesti, e carte in danza.
Presentazione del Gioco
Ogni carta rappresenta un elemento base della composizione coreografica. Pescate in modo casuale, le carte introducono il fattore sorpresa e garantiscono imparzialità, stimolando la creatività dei partecipanti. Non ci sono mosse giuste o sbagliate: tutto prende forma nel momento presente, in base all’interpretazione e all’energia del gruppo.
Come si gioca
I partecipanti vengono divisi in squadre, sotto la guida di un Mazziere, che modera il gioco. A turno, un membro di ciascuna squadra assume il ruolo dell’Indovino, mentre gli altri diventano i Danzatori. Il Mazziere distribuisce un set di carte alla squadra, le cui parole devono essere trasformate in una sequenza coreografica.
I Danzatori creano e presentano la coreografia, utilizzando i movimenti per rappresentare i concetti indicati dalle carte. L’Indovino, osservando attentamente, dovrà cercare di indovinare quante più carte possibili, basandosi solo su ciò che vede danzare.
Uno spazio aperto alla sperimentazione
Il gioco non segue schemi rigidi, ma è strutturato in fasi che prevedono collaborazione, ascolto e invenzione. L’interazione tra i giocatori è il cuore pulsante del gioco: da essa nascono sequenze uniche, figlie di quell’istante e delle persone che lo abitano.
Ogni partita è un processo di co-creazione. La squadra elabora e combina le carte pescate per costruire la propria coreografia. Al centro c’è sempre un intento da trasmettere, ma il “come” prende forma nel qui e ora deriva dalla sensibilità e dall’immaginazione dei partecipanti.
Un gioco per tutti
Questa dinamica ludica rende la danza accessibile, inclusiva e partecipata. Chi danza e chi osserva sono entrambi attivamente coinvolti. Anche l’Indovino, pur non muovendosi, partecipa con la propria interpretazione, attenzione e intuito.
Nonostante il gioco preveda ruoli distinti — Mazziere, Danzatori, Indovino — non esistono gerarchie. Ogni partecipante contribuisce in modo essenziale alla creazione collettiva. Il gioco, infatti, è un sistema aperto, capace di generare un’infinità di combinazioni, oltre i limiti della singola mente, dove il caso e la relazione guidano verso nuovi immaginari condivisi.